Il narcisismo e le relazioni intime nel “linguaggio” della società contemporanea
Alessandra Stringi
Sommario
A partire dalla considerazione di che cosa si intende per narcisismo nella psicoanalisi, questo articolo prova ad offrire un quadro esplicativo delle relazioni intime e come l’uso del termine narcisismo possa divenire un alibi nell’impegno di comprensione verso l’altro. La condizione narcisistica contemporanea giustifica l’autoisolamento, lo “scostamento” dall’altro ed il suo “uso” a fini individualistici, come cifra espressiva della società ipermoderna, gravata da una crisi, di cui la tecnologia ed il virtuale appaiono potenti propulsori. In tal modo si vuole procedere a considerare le ragioni della violenza nelle relazioni intime e la perdita del senso di comunità, giungendo ad offrire una visione che richiama alla presa di coscienza dei rischi delle relazioni intime nell’attuale società contemporanea, proponendo l’approccio narrativo all’altro.
Key words: narcisismo, relazioni intime, società contemporanea, soggetto, narrazione.
Summary
Starting from the consideration of what is meant by narcissism in psychoanalysis, this item aims to offer an explanatory framework of intimate relationships and how the use of the term narcissism can become an alibi in the commitment to understanding the other. The contemporary narcissistic condition justifies self-isolation, the "deviation" from the other and its "use" for individualistic purposes, as an expressive figure of the hypermodern society, burdened by a crisis, of which technology and the virtual appear to be powerful drivers. In this way, it wants to proceed to consider the reasons for violence in intimate relationships and the loss of the sense of community, coming to offer a vision that calls for awareness of the risks of intimate relationships in today's contemporary society, proposing the narrative approach to the other.
Key words: narcissism, intimate relationships, contemporary society, subject, narration.
1.1. Il concetto di narcisismo
Il concetto di narcisismo ha le sue origini nel mito greco di Narciso, un giovane di straordinaria bellezza che si era innamorato perdutamente della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua. In alcune versioni del mito la passione del giovane Narciso lo aveva spinto a desiderare di sporgersi talmente tanto verso di sé, da cadere nell’acqua ed annegare. Tale sfumatura del mito mette in evidenza l’aspetto dell’auto-distruzione del narcisismo, ovvero l’amore eccessivo e morboso verso sé stessi.
Sigmund Freud nel 1914 introdusse il termine “narcisismo” nel modello psicoanalitico e segnò il passaggio dal mito al costrutto psicologico. Freud proponeva che il narcisismo fosse uno stadio normale nello sviluppo libidico dell’individuo e riteneva che potesse trasformarsi in una forma patologica nel caso in cui l’individuo rimanesse fissato ad esso.
Nel tempo la psicologia ha approfondito il concetto, distinguendo tra narcisismo sano, una normale autostima e fiducia in sé, utile come autoprotezione o investimento positivo sulla propria immagine ed il proprio progetto personale ed invece il narcisismo patologico, che si manifesta come un disturbo narcisistico della personalità caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per sé stessi, mancanza di empatia e una ricerca ossessiva di conferme ed ammirazione (Di Maria, F., Formica, I., Scrima, F., 2007). La comprensione moderna del narcisismo si è arricchita dei contributi di numerosi studiosi (Kohut, H., 1976; Kernberg, O., 2007; Rosenfeld, H., 1964; Green, A., 1983; Madeddu, G., & Lingiardi, V., 2018) che hanno esplorato le cause, i sintomi e le manifestazioni di questo fenomeno complesso, delineando le sfumature tra il semplice tratto caratteriale e la patologia clinica, tra le forme nascoste e quelle manifeste.
1.2. Definizione di relazioni intime
Le relazioni intime si caratterizzano per la vicinanza emotiva o fisica vissuta tra i soggetti. Nell'odierna società individualizzata, il candore emotivo e la comunicazione, la comprensione reciproca e la conoscenza approfondita l'uno dell'altro dovrebbero costituire il nucleo delle relazioni intime. Nella società ipermoderna è presente, però, il disagio e la contraddizione tra il bisogno di libertà e quello di sicurezza del soggetto in una congerie sociale ed ambientale in rapida trasformazione. Anche le relazioni all’interno della famiglia, del matrimonio e delle relazioni romantiche rientrano nella categoria delle relazioni intime, che però non sono solo una questione di scelta personale nella vita privata, ma comprendono anche un'ampia serie di fattori sociali. Questi includono questioni emergenti come la disuguaglianza nelle relazioni, la discriminazione nei confronti delle persone dello stesso sesso e relazioni intime violente tra partner. Mantenere sane ed eque relazioni intime costituisce una via per la felicità ed è un elemento fondamentale per il benessere umano durante la vita.
1.3. L'importanza delle relazioni intime
Le relazioni intime sono una parte indispensabile della vita umana, che comprende le diverse relazioni interpersonali come quelle familiari, d'amore in senso lato, di amicizia e dell'amore romantico, e che hanno impatto sulla salute psicologica individuale e sociale e sull’adattamento. L'importanza delle relazioni intime si manifesta in diversi aspetti, in primo luogo, il supporto emotivo: le relazioni intime forniscono infatti supporto e conforto, aiutandoci a mantenere una mentalità positiva di fronte a difficoltà e sfide. In secondo luogo, la fiducia e la sicurezza: le relazioni intime basate sulla fiducia e sulla sicurezza permettono di esprimerci più liberamente e apertamente, ottenere comprensione e sostegno da parte dell’altro/a (Yixuan Li, 2024).
In terzo luogo, la crescita reciproca: i partner nelle relazioni intime possono imparare gli uni dagli altri e crescere insieme. Attraverso la comunicazione e la condivisione, possono comprendere i reciproci punti di forza e di debolezza, promuovendo in tal modo miglioramento e progresso. In quarto luogo, la salute mentale: buone relazioni intime possono ridurre la probabilità di problemi psicologici come la depressione e l’ansia, contribuire al mantenimento della salute mentale personale. In quinto luogo, il supporto sociale: anche le relazioni intime sono una parte essenziale del sistema di sostegno sociale, aiutandoci ad acquisire maggiori risorse e sostegno nell'affrontare le sfide (Bruni, D., 2021).
1.4. Narcisimo e desiderio dell’altro
Quando tutti o alcuni di questi aspetti sono compromessi e manca la reciprocità in una relazione intima, affettiva e sentimentale, ad oggi è sempre più facile sentir affermare da un partner che si ritiene vittima dell’altro: “E’ un narcisista!” L’uso di questa parola è divenuto sempre più frequente nel linguaggio corrente, laddove la relazione umana è entrata in crisi e la qualità della relazione è caratterizzata da indisponibilità o incapacità a “comunicare”, ovvero a relazionarsi ad un livello più intimo e profondo. Non bisogna, quindi, favorire una pericolosa banalizzazione a causa dell’uso indiscriminato del termine narcisismo, ma non è ovviamente intenzione in questa sede misconoscere le conseguenze dell’azione di una personalità patologicamente narcisista. In alcuni casi è possibile già valutare la presenza di un tratto, se non di un disturbo narcisistico dell’offender, che mette in atto abuso emotivo o violenza psicologica e fisica nelle relazioni intime (Velotti, P., 2013). Quindi non si intende trascurare la complessa dinamica di rapporto del narcisista patologico con la sua vittima, ove, il più delle volte, questa è un soggetto vulnerabile o comunque in condizioni esistenziali, culturali, sociali o materiali di svantaggio, o con un tratto o un disturbo dipendente di personalità. Ma si ritiene sia utile e necessario considerare il “narcisismo” come qualcosa che riguarda la relazione nella società ipermoderna (Lasch, 1979) e guardare alle incomprensioni, alle numerose rotture sentimentali ed alle continue storie di violenza di genere nelle relazioni intime, come fenomeno sociale.
Bion (1992) è stato il primo psicoanalista che ha introdotto il concetto di “legame”, innovando il modello teorico e la visione freudiana della relazione. Egli introdusse i legami di amore, odio, e conoscenza, come caratteristica basilare e fondamento della relazione e del gruppo, evidenziando l’oscillazione presente in ogni gruppo tra le due istanze del narcisismo e del socialismo, quest’ultimo inteso come espressione del bisogno di comunione e senso comune. Però vediamo che nel contesto di un mondo ipermoderno il legame intersoggettivo è venuto caratterizzandosi sempre più come “distruttivo”, fondatore del “male” e che le persone soffrono “nell’essere insieme o quando sono insieme”, impendendo il sorgere del senso di familiarità, di collettività e di comunità (Gentile, M., 2024).
1.5. Patologia della relazione umana
Allora, appare sempre più chiaro come si stia diffondendo una patologia narcisistica della relazione umana e quindi di quella intima, a seguito di una disumanizzazione dell’altro, correlata a deresponsabilizzazione, incapacità di comprendere le trasformazioni culturali e sociali che determinano e organizzano i ruoli nel rapporto tra i sessi, difficoltà, quindi, ad andare oltre il desiderio per sé stessi ed il proprio godimento, per guardare veramente all’altro nella sua umana limitatezza. Che fine ha fatto il desiderio dell’altro di lacaniana memoria e la capacità/possibilità dell’essere umano di pensarsi progettualmente insieme all’altro/i?
Lacan (1957) aveva affermato che “l’inconscio è strutturato come un linguaggio”, l’inconscio di Lacan non ha più, rispetto al costrutto freudiano, una dimensione individuale, ma, come il linguaggio, è transindividuale, infatti, si pone in un luogo che sta tra i soggetti. Allora quale “linguaggio” sta dominando la relazione intima dell’essere umano nella società contemporanea, se ci riferiamo alla nuova dimensione dei legami e dello smarrito senso di comunità? Recalcati (2010) ha proposto il termine di “narcinismo”, ovvero di una particolarissima fusione tra il narcisismo ed il cinismo, come nota affettiva dominate e preminente della società attuale nelle relazioni interpersonali. D’altronde attraverso la relazione desiderante con l’altro, e il primo altro è la madre che riesce a “sognare” il proprio bambino, si fonda l’inconscio non rimosso pre-riflessivo e pre-verbale del neonato (Craparo, G. & Mucci, C, 2023) e la soggettività umana a livello evolutivo. L’esperienza positiva di interazione precoce corporea, sensoriale e mentale madre-bambino è fondamento della capacità empatica dell’essere umano, abilità che appare ad oggi profondamente in crisi, laddove istanze particolaristiche di dominio e di rango finiscono per prevalere nella relazione intima e nella nuova dinamica tra i sessi su quelle di attaccamento, amore, amicizia e solidarietà, mitezza, gentilezza e tenerezza (Borgna, 2023).
In una società definita come algofobica (Byung-Chul Han, 2022), se consideriamo alcune delle cause del processo di disumanizzazione dell’altro, certamente rintracciamo le “disidentità” dei fondamentalismi (Ferraro, A., Lo Verso., G., 2007), le forme di deprivazione socio-culturale, di grave trascuratezza emotiva, di negligenza genitoriale, lo smarrimento di codici culturali condivisi attraverso le generazioni e, ultima, ma non ultima, l’azione disincarnante del virtuale, che genera il dissolvimento dei confini corporei e identitari tra le persone ed una particolare forma di narcisismo definito “digitale” (Formica, I., Nucera, J., 2017). E cosa c’è di più corporeo del dolore? Dove si soffre c’è dolore, istanza umana, anzi “animale” dell’umano, ad oggi individualisticamente respinta (Rugi, G., 2023).
In tale quadro risultano profondamente legati la disumanizzazione dell’altro e la disumanizzazione del Sé, tanto da apparire come facce di una stessa medaglia. Se fosse chiaro che la distruzione del legame con l’altro e la violenza verso l’altro rappresentano la violenza verso sé stessi, una sorta di proiezione della disumanizzazione di Sé sull’altro (Gentile, M., 2023), allora sarebbe possibile sviluppare un pensiero utile al contrasto dell’indifferenza, della violenza nelle relazioni intime. Invece il cinismo e l’assenza della dimensione umana producono forme di in-umanità ed impossibilità di condivisione del dolore e della sofferenza dei soggetti insieme.
1.6. Conclusione
In una società contemporanea sempre più complessa appare più frequente la ricorrenza a “stili episodici di personalità” (Perconti, P., 2021), intesi come forma di esperienza contingente e liquida (Bauman, 2003). Tale istanza considerabile come “normale” o “altrettanto etica”, pur nel rischio distruttivo del godimento individuale narcisistico seduttivo, si contrappone all’attitudine narrativa della personalità, mossa dalla curiosità verso l’altro. Quest’ultima forma di identità istituisce l’altro come interlocutore e non come oggetto di manipolazione o utile mezzo per il raggiungimento dei propri obiettivi.
Solo la presa di coscienza di rischi nell’attuale mondo ipermoderno ed un’educazione al senso di gruppo e di comunità, che d’altronde prevedono miti e narrazioni comuni utili ad affrontare e condividere la sofferenza ed il dolore ineliminabili della vita, possono contrastare spinte narcisistiche distruttive e forme di indifferenza nelle relazioni intime, garantendo la cifra dell’umano.
Bibliografia
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