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Il Transfert e la Responsabilità Politica della Psicoanalisi

2023-12-06 19:28

di Gianfranco Ricci

FORT-DA numero 1/2023,

Il Transfert e la Responsabilità Politica della Psicoanalisi

di Gianfranco Ricci

ma già volgeva il mio disio e ‘l velle

sì come rota ch’igualmente è mossa

l’amor che move il sole e l’altre stelle.

 

Dante Alighieri

 Paradiso, Canto XXXIII, versi 142-145

IL TRANSFERT E LA RESPONSABILITÀ POLITICA DELLA PSICOANALISI

 

ma già volgeva il mio disio e ‘l velle

sì come rota ch’igualmente è mossa

l’amor che move il sole e l’altre stelle.

 

Dante Alighieri

 Paradiso, Canto XXXIII, versi 142-145

 

Il transfert entra nella storia della clinica e della teoria della psicoanalisi a partire da un inciampo. Josef Breuer, medico e psichiatra austriaco, per anni amico paterno del giovane Freud, aveva fatto l’esperienza di un fenomeno singolare: la brillante cura ipnotica della paziente nota con lo pseudonimo “Anna O.” aveva certo permesso il superamento di una grave sintomatologia isterica, ma aveva portato con sé un effetto imprevisto.

Freud aveva notato come Breuer fosse titubante, a disagio nel parlare di quel trattamento, in apparenza un successo per la terapia catartica della nevrosi. Anzi, una volta conclusa la cura Breuer, insieme alla moglie, si era precipitato a Venezia, per consumare una “seconda luna di miele”. Cos’era accaduto? 

È Freud stesso a raccontarcelo, nella sua Autobiografia del 1924: all’epoca (parliamo degli anni Ottanta dell’Ottocento, epoca della collaborazione e dell’amicizia tra Freud e Breuer) il fenomeno della “traslazione” era sconosciuto.

Per questo, Breuer, benché fosse un medico esperto e di grande esperienza, si era trovato impreparato di fronte al rapimento che la giovane paziente aveva sviluppato nei suoi confronti. La paziente, divenuta legatissima a Breuer, non tollerava la visita di altri medici, e avrebbe manifestato sintomi isterici capaci di simulare una gravidanza.

Come studi successivi hanno osservato, tanto la famosa “seconda luna di miele” a Venezia quanto la cosiddetta “gravidanza isterica” di Anna O. sarebbero delle vere e proprie leggende, racconti che avvolgono nel mistero e nel grottesco la nascita della psicoanalisi, in pieno gusto vittoriano.

Tuttavia, la cura di Anna O. rimane una pietra miliare per la psicoanalisi poiché offrì al giovane Freud i primi spunti per comprendere un fenomeno decisivo non solo della clinica, ma dell’esperienza umana: il transfert.

 

L’amore di traslazione (così come il complementare “odio di transfert”) costituisce una leva fondamentale della cura: emerso in prima istanza come “resistenza”, il transfert diviene poi un alleato fondamentale nella cura.

Il fenomeno è presente su due assi: il transfert del paziente verso l’analista e il controtransfert dell’analista verso il paziente.

Freud ne farà a sua volta le spese, come ad esempio nel caso di Dora: l’aver imposto le proprie convinzioni alla paziente lo avrebbe reso cieco rispetto a quanto raccontato dalla giovane paziente che, stanca, avrebbe poi deciso di interrompere il trattamento.

Con “traslazione” o “transfert”, come sappiamo, si intende l’insieme di emozioni e vissuti che il paziente “trasla” sull’analista: una dinamica della vita del paziente si ripete nella cura analitica.

Come sottolinea Freud nell’articolo “Osservazioni sull’amore di traslazione” (1914) sarebbe ingenuo ritenere che questo fenomeno sia proprio della psicoanalisi: si tratta di un fenomeno presente nelle dinamiche del desiderio e della ripetizione, aspetti centrali del funzionamento psichico.

Freud infatti sottolinea come in analisi, differentemente da altri contesti, l’attenzione clinica sia rivolta proprio all’esplorazione di questa dinamica.

In “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, il padre della psicoanalisi sottolinea come: 

 

“Nella vita psichica del singolo l'altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto in quest'accezione più ampia una indiscutibilmente legittima, la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall'inizio, psicologia sociale. Il rapporto che il singolo istituisce con i suoi genitori e fratelli, con il suo oggetto d'amore, con il suo maestro e con il suo medico, ossia tutte le relazioni finora divenute materia precipua della ricerca psicoanalitica, possono legittimamente venir considerate alla stregua di fenomeni sociali”.

 

Il fenomeno del transfert è centrale nella politica, nella cultura e nella società. Per riprendere il celebre verso dantesco, potremmo definire il transfert “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Perché accade?

Lacan ci offre una risposta preziosa. Nel corso del Sem. VIII, nel commento al Simposio di Platone, il famoso psicoanalista francese osserva come Socrate, protagonista dell’opera, occupi un posto particolare. Per il suo aspetto sgradevole, Socrate veniva accostato a Sileno, una figura della mitologia greca dalle fattezze ripugnanti, dedita alla crescita e alla cura del dio Dioniso bambino, affidatogli da Ermes.

Lacan osserva come con “sileno”, nell’Atene del IV sec. a.C., si intendesse anche un particolare tipo di “portagioie”: tanto brutto all’esterno, quanto capace di custodire oggetti preziosi al suo interno. Tali oggetti preziosi in greco sono chiamati “agalma”. Così, Socrate, dalle forme prive di grazia e di armonia, era capace di attirare giovani e allievi, desiderosi di ascoltarlo e seguirlo. 

Non a caso, il processo che lo vedrà condannato a morte lo vedeva accusato di “corrompere i giovani”. Socrate era consapevole di corrispondere al sileno e non al suo prezioso contenuto: così, nel corso del simposio, il filosofo coglie che quanto Alcibiade vede in lui non lo riguarda in quanto Socrate, nella sua essenza, ma in quanto “agalma”, quindi per quanto il giovane vede in lui.

Così, sottolinea Lacan, l’analista è visto dal paziente come il depositario di un oggetto agalmatico, un sapere prezioso che lo riguarda intimamente. L’analista è chiamato ad essere consapevole del fatto che il transfert del quale diviene destinatario non ha a che fare con il suo essere, bensì con quanto è “supposto sapere”, con quanto il paziente vede in lui. L’analista, sottolinea Lacan, sarebbe “uno qualunque”, ma al posto giusto per l’analizzante.

 

Così nel mondo sociale vediamo come la capacità di saper attrarre il transfert risponde a tre aspetti fondamentali: da una parte il saper evocare una “supposizione” circa la propria capacità di saper incidere nella vita sociale; dall’altra il saper evocare un vuoto, un’assenza di sapere che possa alimentare il desiderio di sapere. Ultimo ingrediente fondamentale sarebbe la dimensione asimmetrica che Lacan coglie nell’amore e nelle dinamiche del desiderio: l’esistenza di un soggetto desiderante, mancante, teso verso un amato, depositario dell’oggetto causa del desiderio. 

Tale asimmetria è un elemento costante nella dinamica del transfert.

Ne abbiamo esempi preziosi, ad esempio, nella storia, nella politica e nella propaganda: Adolf Hitler, Führer del Terzo Reich, ha sempre mantenuto un radicale riserbo rispetto alla propria vita privata. Se una parte della critica storiografica motiva questa scelta con la volontà di nascondere un passato scabroso e perverso, possiamo osservare invece come il mantenere un “vuoto” su un aspetto decisivo della vita personale di Hitler non facesse che alimentare l’immagine di un uomo dedito esclusivamente alla nazione e alla sua missione, “sposo” della nazione. Le fantasie alimentate non sono altro che quanto desiderato dai tedeschi che, spesso in buonafede, desideravano un futuro di grandezza e potenza per la Germania.

L’oggetto del desiderio, declinato in quel contesto nella forma della potenza economica, sociale e del desiderio di riscatto, trovava una risposta nel racconto della dedizione assoluta dell’uomo solo al comando. Il popolo affamato, deluso e ferito dalla Grande Guerra, trovava la risposta ai propri problemi nell’uomo portatore della soluzione a tutti i problemi.

 

Il rapporto tra psicoanalisi e politica è sempre stato delicato e complesso. Già Freud aveva commentato il caso del Presidente degli Stati Uniti, Wilson. Tuttavia, Freud aveva avuto un’accortezza particolare: la pubblicazione del suo lavoro avvenne solo dopo la morte dei parenti diretti di Wilson, come forma di rispetto. 

Può la psicoanalisi esprimersi in modo etico sull’attualità? Può la psicoanalisi rimanere terza rispetto alla lotta partitica (tra diverse partes)?

È proprio il potere dirompente delle dinamiche transferali nella vita pubblica a suscitare nella comunità analitica, dedita all’analisi del transfert, una viva necessità di prendere parola nel dibattito pubblico. Tale spinta corre sul crinale sottile che distingue l’atto dall’agito: come posizionarsi eticamente con un confine così sottile?

È possibile dare spazio alla parola dell’analista nella vita della poleis?

 

BIBLIOGRAFIA

Alighieri, Dante, (2002) Divina Commedia, Firenze, Le Monnier,;

Lacan, Jacques, (2008) Il Seminario, Libro VIII, Il Transfert,1960-1961, Torino, Einaudi ;

Platone, Il Simposio;

Freud, Sigmund, “Frammento di un'analisi d'isteria” (1901), in OSF, (1989) Vol. 4;

Freud, Sigmund, “Osservazioni sull’amore di traslazione” (1914), in OSF, (2003), Vol. 6;

Freud, Sigmund, “Psicologia della masse e analisi dell’Io” (1921), in OSF, (2000) Vol. 9;

Freud, Sigmund, “Autobiografia” (1924), in OSF, (2000) Vol. 10;

Freud, Sigmund, “Introduzione allo studio psicologico su Thomas Woodrow Wilson” (1930), in OSF, (2003) Vol. 11.

 

 

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