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Dott. Angelo Villa

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Riflessioni sul narcisismo in adolescenza: Un Viaggio verso la Soggettivazione

2024-03-20 23:00

di Valentina Gentile

FORT-DA numero 2/2024,

Riflessioni sul narcisismo in adolescenza: Un Viaggio verso la Soggettivazione

di Valentina Gentile

L'adolescenza, spesso definita come il crinale tra l'infanzia e l'età adulta, si presenta come una fase di profonde metamorfosi, sia fisiche che psicologiche. In questo tumultuoso percorso, il narcisismo emerge come un tema di rilevanza, influenzando il modo in cui gli adolescenti sviluppano la percezione di sé e le relazioni con gli altri.
Freud designa come narcisismo primario una situazione o stato iniziale dell'individuo che ne caratterizza l'origine e il punto di partenza su cui si svilupperanno tutte le relazioni oggettuali e tutti i processi di identificazione e differenziazione dell'individuo rispetto agli altri.
Winnicott ha ridefinito il concetto di narcisismo primario, partendo dalle idee di Freud e apportando sviluppi significativi, sottolineando l'immaturità del bambino e la sua dipendenza dall'ambiente, identificandola nell'unità bambino-ambiente. Il modo in cui Winnicott chiarisce la situazione iniziale del bambino, nella sua dipendenza e amalgama con l'ambiente, è importante non solo perché mostra una descrizione empirica dei fatti che caratterizzano questa fase più primitiva dello sviluppo, ma anche perché indica quale sia la situazione iniziale per il bambino, dalla quale alcuni pazienti possono aver bisogno di regredire, per riconquistare un posto (un modo di essere) nel mondo, che consenta loro di agire da se stessi, rielaborando e correggendo una situazione traumatica del passato.
La situazione iniziale che caratterizza il narcisismo primario corrisponderebbe al momento della genesi delle integrazioni che porteranno al sé e, successivamente, alla distinzione io-non-io (1958) e al raggiungimento dell'unità che caratterizza tutta la persona (1955).
Nel processo di sviluppo affettivo, Winnicott descrive l'inizio del narcisismo primario come la transizione dal grembo materno alla nascita, nel senso che, la madre, in uno stato di "preoccupazione materna primaria", si sintonizza sui bisogni del neonato, stabilendo con lui una comunicazione profonda e non verbale. Il bambino, ancora incapace di conoscere i propri bisogni, vive un'illusione di onnipotenza, creando così il seno, attraverso l'azione creativa supportata dall'ambiente.
Il bambino esperisce intermittenti momenti di sé, strettamente legati all'ambiente, con il quale forma un'unità, la madre, adattandosi ai bisogni del bambino, sostiene l'essere del neonato, ma in questa fase non esiste ancora una distinzione tra dentro e fuori, infatti, sarà l'ambiente a creare questo sé iniziale.
Winnicott differisce dalla teoria freudiana, secondo cui l'Io si sviluppa attraverso la differenziazione dell'Es, suggerendo invece che l'Io emerga come una differenziazione dell'ambiente. Nella prospettiva di Winnicott, la situazione del narcisismo primario diventa cruciale per l'esperienza dell'essere, poiché è fondata sull'integrazione iniziale che fornisce l'unità psicologica e costituisce l'Io.
Il "Complesso della madre morta" teorizzato da Green (1983) aggiunge un'ulteriore dimensione, sottolineando come l'esperienza di una madre depressa possa causare una ferita narcisistica originaria. La madre, a causa della sua sofferenza, potrebbe distogliere il suo investimento affettivo, lasciando il figlio emotivamente perduto.
Queste riflessioni mettono in evidenza l'importanza cruciale delle prime relazioni e delle cure materne nel plasmare la dimensione narcisistica dell'individuo. L'amore dei genitori e l'esperienza delle cure ricevute giocano un ruolo fondamentale nella formazione dell'identità e nella capacità di stabilire relazioni oggettuali significative.
Nel contesto della psicoterapia con bambini e adolescenti, la comprensione del narcisismo dei genitori riveste un ruolo di rilievo, poiché influenza la strutturazione del legame genitore-figlio, permeando il mondo interno del bambino con dinamiche che possono avere impatti duraturi. 
L'analisi delle dinamiche familiari, soprattutto nel contesto del narcisismo genitoriale, evidenzia la tendenza dei figli a internalizzare la costante necessità di approvazione, dando vita a un ciclo di dipendenza emotiva e svalutazione di sé. La paura del rifiuto e il costante bisogno di conferma possono impattare le scelte dei partner e la gestione delle relazioni, generando un ciclo di dipendenza emotiva e instabilità. I figli di genitori narcisisti, cresciuti nel tentativo di soddisfare aspettative irrealistiche, possono sviluppare dinamiche complesse basate sulla continua ricerca di validazione esterna e sulla paura di deludere i genitori. In molte circostanze, il genitore narcisista può trasformare l'amore parentale in una proiezione del proprio narcisismo infantile, cercando costantemente gratificazione e ammirazione da parte dei figli come riflesso del bisogno di conferma della propria grandezza. Questa dinamica può avere conseguenze durature sull'autostima e sulla formazione dell'identità dell'individuo. 
Nell'ambito di questa riflessione, credo sia utile a livello esemplificativo menzionare il film "I 400 colpi" di François Truffaut (1959). Questo capolavoro offre una rappresentazione straordinaria dell'adolescenza e dei suoi conflitti identitari, che possono essere un prezioso punto di riferimento per comprendere meglio le dinamiche discusse.
Il cinema francese degli anni '50 e '60 ha vissuto una rivoluzione, e al centro di questa tempesta creativa si erge "I 400 colpi" di François Truffaut, un capolavoro della Nouvelle Vague. Questo film non è solo un racconto cinematografico; è un'esperienza che rivela la vita, la disillusione e la ricerca identitaria attraverso gli occhi di Antoine Doinel, un ragazzo parigino in cerca di significato.
L'adolescenza di Antoine Doinel diventa il cuore pulsante del film, Truffaut riesce a rendere universali le esperienze di un giovane incompreso e trascurato. Rilevanti appaiono le dinamiche complesse tra la madre di Antoine, Gilberte Doinel, e il giovane protagonista stesso, Antoine Doinel. La madre di Antoine, Gilberte, appare distante emotivamente, evidenziando una priorità per le sue preoccupazioni personali e sociali, rispetto alle esigenze emotive di suo figlio. La scuola, la famiglia, la società: tutte queste istituzioni sembrano estranee e opprimenti agli occhi di Antoine. Il suo volto diventa lo specchio delle tensioni di una generazione in cerca di identità, in un mondo che sembra ignorarli.
La sequenza finale, con Antoine in fuga lungo la spiaggia, è emblematica di tutta la pellicola. La sua corsa disperata sembra simboleggiare la fuga da una realtà soffocante e l'inseguimento di una libertà elusiva. La spiaggia diventa il palcoscenico di una tragedia moderna, con la società che insegue il suo prodotto più ribelle. Attraverso gli occhi di Antoine, il regista ci invita a riflettere sulla nostra stessa ricerca di identità, facendoci sentire il battito del cuore di un ragazzo in cerca di significato in un mondo che sembra indifferente.
L'esplorazione del narcisismo nel contesto di "I 400 colpi" offre uno sguardo in profondità sulle dinamiche complesse delle relazioni familiari e sul processo di crescita emotiva durante l’adolescenza, poiché la pellicola cattura le sfumature di questo tema senza puntare direttamente, ma attraverso il tessuto emotivo dei personaggi, offrendo uno sguardo penetrante sulla condizione umana in evoluzione.
Nel dibattito psicoanalitico contemporaneo, le riflessioni di A. Nicolò (2016) sottolineano gli aspetti riparativi del narcisismo e suggeriscono che, in certi periodi della vita, l'utilizzo di difese narcisistiche può assumere una valenza evolutiva per lo sviluppo del soggetto, con l'adolescenza come esempio significativo di questo fenomeno. I rifornimenti narcisistici nell'adolescenza possono essere funzionali nel controbilanciare i processi di lutto che gli adolescenti devono affrontare, contribuendo così al processo di soggettivazione. Durante questa fase del ciclo di vita, il lavoro psichico tipico si caratterizza per la necessità di disinvestire le figure genitoriali e le corrispondenti rappresentazioni interne, per poi reinvestire il Sé. Questo complesso processo implica la scoperta e l'integrazione del corpo sessuato, portando a una nuova realtà identitaria. L'adolescenza, desiderosa di oggetti che rappresentano identificazioni, sperimenta un'oscillazione continua tra investimenti sull'oggetto e investimenti sul Sé. Questo stato narcisistico normale si manifesta attraverso momenti di ritiro o isolamento e momenti di arroganza e ribellione. L'utilizzo di difese narcisistiche diventa un escamotage quasi necessario per consentire al soggetto di accedere alla successiva integrazione di nuovi aspetti identitari. Alcuni psicoanalisti parlano di una ripresa di processi di rinarcisizzazione in questo contesto. L'adolescenza, pertanto, rappresenta un secondo tempo nello sviluppo umano, offrendo una nuova opportunità attraverso i cambiamenti puberali e questi cambiamenti impongono una risignificazione del passato infantile per aprire nuovi scenari futuri, indicando la complessità e la dinamicità del concetto di narcisismo nel corso della vita.
L'analisi dei disturbi di personalità in adolescenza rappresenta un ambito intricato e in costante evoluzione, suscitando dibattiti accesi tra clinici e ricercatori. La discussione sulla diagnosi precoce di tali disturbi avviene con prudenza, al fine di evitare stigmatizzazioni premature. Studi longitudinali suggeriscono che le radici di questi disturbi possano affondare già in età evolutiva, richiedendo un approccio ponderato, poiché emergono traiettorie evolutive complesse: la letteratura scientifica evidenzia sia la persistenza di sintomi in alcuni casi, che il miglioramento in altri.
Da notare è anche la capacità di recovery presente nella personalità adolescenziale, sottolineando la plasticità dello sviluppo cerebrale e l'importanza delle esperienze relazionali. Questa prospettiva enfatizza la possibilità di interventi positivi e di cambiamenti durante l'adolescenza, indicando che le dinamiche di sviluppo possono essere influenzate in modi significativi.
In sintesi, l'approccio a questa complessa tematica richiede una valutazione ponderata, considerando sia le sfide che le opportunità intrinseche al processo di crescita durante l'adolescenza. Per un'analisi approfondita, il modello delle relazioni oggettuali di Kernberg (1975) fornisce una cornice teorica completa. Questo modello si concentra sulla valutazione di aspetti cruciali come l'identità, la qualità delle relazioni oggettuali e la regolazione affettiva. Queste dimensioni costituiscono i mattoni fondamentali per costruire una comprensione articolata delle diverse organizzazioni di personalità.
L'adozione della prospettiva del "breakdown"(Laufer, 1984), si dimostra utile, per alcuni casi, nel considerare le sfumature delle crisi adolescenziali in modo più aperto, evitando categorizzazioni rigide. Questo approccio consente una visione più sfaccettata delle dinamiche interne dei ragazzi, permettendo agli operatori clinici di esplorare le complessità delle esperienze adolescenziali. Di conseguenza, favorisce una comprensione più empatica delle sfide che gli individui affrontano durante questo periodo cruciale di sviluppo, agevolando interventi più mirati e personalizzati. 
La psicoterapia può offrire l'opportunità di riscrivere e risignificare antiche fragilità, specialmente per quegli adolescenti che, eccessivamente ritirati, cercano aiuto attraverso dei sintomi. 
La contemporaneità, con i suoi incessanti cambiamenti sociali e culturali, introduce nuove sfide nei processi di separazione, individuazione e soggettivazione. 
Esplorare questo tema ci invita a guardare oltre i comportamenti visibili, cercando di comprendere le sfide profonde che gli adolescenti affrontano nel loro percorso di crescita. In questo viaggio, l'obiettivo non è solo analizzare, ma anche fornire strumenti e prospettive che aiutino gli adolescenti a navigare con successo attraverso le acque spesso agitate del narcisismo adolescenziale.
 

Bibliografia:

1.    Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In Opere (Vol. 7). Bollati Boringhieri: Torino.
2.    Kernberg, O. F. (1975). Borderline conditions and pathological narcissism. Jason Aronson.
3.    Laufer, M., & Laufer, M. E. (1986). Adolescenza e breakdown evolutivo.[Adolescence and evolutive breakdown]. Torino: Boringhieri.(Original work published 1984).
4.    Nicolò, A. M., & Ruggiero, (2016). La mente adolescente e il corpo ripudiato. Franco Angeli.
5.    Truffaut, F. (1959). I 400 colpi. Les Films du Carrosse.
6.    Winnicott, D.W.(1958). Sviluppo affettivo e ambiente. Armando, Roma. 
7.    Winnicott, D.W. (1955). Dalla pediatria alla Psicoanalisi, Martinelli, Firenze.

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